Gruppo di studio Asvegra “L’intervento in età evolutiva – Quando il Legame diventa violento? Gruppi che aiutano e gruppi che impauriscono”

Pensabilità e alfabetizzazione emotiva: l’incontro con i limiti e la relazione dentro i limiti.

Titolo: “QUANDO IL LEGAME DIVENTA VIOLENTO? GRUPPI CHE AIUTANO E GRUPPI CHE IMPAURISCONO”.

Programma 2017

Il gruppo di studio Asvegra “L’intervento in età evolutiva” è attivo dal maggio 2010 e ha costruito percorsi di riflessioni fin dalla fondazione su aspetti di criticità importante nel lavoro in età evolutiva, in special modo sul tema de “la cura della rete”, aspetto sempre fondante ma nell’ambito dell’età evolutiva di particolare complessità.
Il campo minori ha molte agenzie coinvolte, molti interlocutori e molte figure professionali diverse: questo aumenta la complessità nella costruzione, valorizzazione e tenuta della rete, e nella cura della rete di cura. Da questo vertice diventa fondamentale considerare la difficoltà e la ricerca di un linguaggio comune e l’individuazione di cosa sia adeguato per restare in rete.
Da tale sviluppo, il gruppo si è costituito all’interno di un contenitore di lavoro incentrato sulla riflessione attorno ai possibili modelli d’intervento in età evolutiva, focalizzandosi su specifici criticità:
• la complessità e criticità nella gestione della presa in carico di situazioni complesse;
• la strutturazione degli interventi in ambiti istituzionali, nel confronto tra il pubblico e il privato;
• la strutturazione dei rapporti con i pazienti e con i genitori, attraverso la definizione di spazi, tempi e confini adeguati, con l’interrogativo ulteriore sul come ci si struttura se si lavora in un ambito privato;
• gli interrogativi sui riflessi istituzionali nelle prese in carico: quanto il funzionamento istituzionale determina o condiziona la diagnosi, con il rischio della paradossale esclusione della mente del clinico proprio nel momento in cui dovrebbe attivarsi l’incontro tra le parti, nel momento in cui intendiamo la diagnosi come attribuzione di significato e non più nel suo etimo di “riconoscere attraverso”;
• la presa in carico nel confronto tra interventi con strutturazione più consolidata e la possibilità di flessibilità e originalità in interventi specifici e progettuali all’interno di una presa in carico più ampia e articolata;
• il limite come contenitore e definitore di progettualità e obbiettività (nel senso degli obbiettivi ma anche nel senso di una struttura chiara, condivisa e riconosciuta).

Nel 2014 il tema dei limiti è entrato in risonanza e dialogo con i temi del corpo e del linguaggio, con il titolo che abbiamo dato al percorso: “I limiti, il corpo e il vocabolario”, dove centrale era anche la possibilità dell’individuazione di un vocabolario specifico per dialogare su questi temi nel gruppo di lavoro come per dialogare/incontrare i nostri pazienti nel momento del confronto con i limiti. Il limite nelle relazioni familiari, tra figli e genitori, e le difficoltà, spesso l’incapacità, di stare dentro lo spazio dei limiti, dell’interiorizzazione come dell’inscrizione dei confini e del limite nella psiche e nel corpo, in una vasta area che riguarda i disturbi del comportamento, appunto psichici e corporei: nei comportamenti esternalizzanti dove il limite viene sistematicamente attaccato; in quelli internalizzanti dove al contrario il confine del proprio corpo come della propria stanza diventano territori impossibili da vivere.
In primo luogo la complessità e la difficoltà nella costruzione di un intervento, capace di tenere insieme tutti i molti attori inevitabilmente coinvolti in queste fasi evolutive, con percorsi che debbono certo essere paralleli ma che in certi momenti devono anche diventare perpendicolari, per permettere il vitale incontrarsi, dei pazienti come degli operatori.
Nel 2015 il progetto si è declinato intorno al concetto di alfabetizzazione emotiva, con la necessità di riflettere intorno alle situazioni dove diventa necessario saper utilizzare il linguaggio e il vocabolario delle emozioni e degli affetti per permettere ai nostri pazienti spesso in difetto in questa possibilità, l’occasione di poter dialogare tra i tumulti del mondo interno e l’incontrarsi con l’esterno nelle varie possibili coniugazioni e rappresentazioni, cercando di trasformare in pensabilità gli affetti non pensabili e non tollerabili.

Nel 2016 il gruppo ha sviluppato ulteriormente l’area dei limiti e dell’alfabetizzazione emotiva, all’interno di un percorso che ha cercato di orientare il lavoro su come la pensabilità e l’alfabetizzazione emotiva possano essere costituiti dall’incontro con i limiti e nell’incontro con i limiti, come anche riflettere su cosa voglia dire Limite nel lavoro analitico quando si parla di setting, e quanto la tematica del limite ha a che fare con la creazione dei setting, quindi anche del lavorare istituzionalmente orientato, che si tratti del lavoro con i bambini piuttosto che con gli adolescenti o i genitori, quindi con attenzioni particolari a quelle che possono essere modalità e tecniche di intervento specifiche per stati e fasi evolutive ed esistenziali, dalla psicoterapia infantile all’intervento con la genitorialità.
Vista la sempre maggiore necessità di porre attenzione all’influenza e alle interazioni (e alle possibili reciproche conseguenze) tra il lavoro clinico, la teoria e la riflessione sul sociale allargato, per il 2017 il gruppo si propone di approfondire, all’interno dell’argomento generale di questi due ultimi anni sulla pensabilità e l’alfabetizzazione emotiva e l’incontro con i limiti, il tema del legame che diventa violento e come il gruppo (terapeutico e non solo) possa diventare uno strumento di aiuto o di blocco. A tal proposito il tema della violenza sarà trattato anche dal convegno nazionale COIRAG 2017 “La violenza dei legami”, dove il gruppo ha proposto una relazione dal titolo: “La violenza che fa trauma. Dal segreto all’agito: l’impensabilità degli affetti in età evolutiva”.
In specifico il lavoro che ci intendiamo sviluppare riguarderà:
• Mentalizzazione e sviluppo dei legami. Considerazioni sulla possibilità o meno di creare uno spazio di pensabilitá là dove la violenza e il segreto sono gli strumenti elettivi di relazione. Come questo si esprime nell’età evolutiva, nell’adolescente rispetto al rapporto con il gruppo di pari, degli adulti e nel contesto sociale;
• In che modo la strutturazione dei propri gruppi interni permettano o meno, e se si come, di guardare alla gruppalità (per es. il branco, il bullismo, il cyberbullismo, e Hikikomori);
• Riflessioni sulle reazioni del gruppo esterno (scuola, società ecc.) a questo, e che tipi di interventi di prevenzione e cura possono essere attuati in un contesto clinico e non solo.
Il Gruppo si svolge di lunedì con cadenza mensile dalle 21.10 alle 23.10.

Di seguito il calendario che abbiamo definito:
16 Gennaio 2017
13 Febbraio 2017
13 Marzo 2017
10 Aprile 2017
8 Maggio 2017
5 Giugno 2017
18 Settembre 2017
16 Ottobre 2017
13 Novembre 2017
11 Dicembre 2017

Coordinatore
Paola Ceccon